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Cultura, arte e leggenda

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Il carnevale ladino

Il carnevale ladino si apre tradizionalmente il 17 gennaio, festa di Sant'Antonio Abate quando viene "slegato il carnevale" anche se a Penia, il paese in cui è più viva la tradizione, la prima mascherèda viene fatta il 20 gennaio, giorno del patrono San Sebastiano. E' molto sentito in particolare nei due centri di Penia e Alba di Canazei dove è alquanto attivo anche un gruppo folcloristico dedicato proprio al carnevale.  Questo tempo, del quale le maschere e i colori sono i protagonisti, dura fino alla mezzanotte del martedì grasso (5 marzo) quando termina con il rito del brujèr carnascèr, bruciare il carnevale. 

È tra gli eventi di carattere storico e antropologico più suggestivi della tradizione folcloristica ladina, nato anticamente per festeggiare la fine del periodo invernale e annunciare l'arrivo della buona stagione. Caratteristica peculiare della festa è la presenza delle maschere lignee, manufatti artigianali in legno di cirmolo dipinte con colori ad olio dai maestri mascherai

Originariamente alle donne non era permesso di partecipare al carnevale in veste di maschere, ma erano essenziali nel momento della vestizione. Esse confezionavano per gli uomini gli abiti della festa e durante il ballo avevano il compito di scegliere la maschera che preferivano. Oltre alle divertenti ed affascinanti sfilate di maschere e carri, per tutta la settimana ed in tutta la Val di Fassa, si può assistere a spettacoli teatrali come le tipiche mascherèdes tenute in lingua ladina, balli in maschera, gare sulla neve e feste in piazza dove la musica ricopre un ruolo fondamentale.

La festa a Canazei viene organizzata ogni anno grazie all’impegno del Grop de la Mèscres de Dèlba e Penìa e dal Grop de la Mèscres de Cianacei e Gries che si occupano della sua realizzazione e valorizzazione.

Le "Maschere guida"

Le “maschere guida” hanno il compito di annunciare il carnevale. Indossano vestiti che rappresentano una fusione tra gli indumenti femminili e quelli maschili. Un tempo infatti, i ragazzi che impersonificavano queste maschere chiedevano in prestito alle donne di casa alcuni indumenti come camicie, collane o i nastri colorati.

  • il Laché : personaggio vestito di colori sgargianti, dotato di cappello e di bastone. Sul copricapo si trova uno specchio che simbolicamente allontana gli spiriti maligni lasciando libero campo al gioco dei giovani. Il Laché ha la funzione di ambasciatore ed apre il corteo con una frase rituale “chiedo il permesso di entrare in questo castello o palazzo che sia con tutta la mia bella e gran compagnia”. Detto ciò compie dei salti rituali tra la folla di presenti per delimitare lo spazio riservato alle maschere e poi invitare i Marascons ed il Bufon a farsi avanti. Al termine della commedia recita il commiato con cui le maschere si congedano.
  • il Bufon: è un personaggio burlone e malizioso dotato di grande naso e di un cappello a cono decorato con nastri. Sul volto porta una maschera di legno con un pendente rosso sulla punta del naso e in una mano regge la stica, una stecca di legno con la quale tocca la gente mentre ne mette in piazza i vizi e i segreti. Egli impersona la coscienza delle persone ed è tenuto a rivelare tutto o quasi prendendo in giro difetti fisici e caratteriali. Tine in mano anche l'òcel (binocolo), per osservarle meglio.
  • i Marascons: maschere caratterizzate da cinturoni carichi di campanacci di bronzo che simboleggiano il legame dell’uomo con gli animali domestici. Indossano calze bianche, pantaloni neri a tre quarti ed un cappello adorno di fiori di seta, carta colorata, stagnola, lustrini e perle, come le altre "maschere guida". Generalmente si spostano in coppia saltando a passo doppio da una gamba all’altra e tenendosi stretti danzano in cerchio.
    Sono impersonati da ragazzi che rappresentano il passaggio dall’adolescenza all’età adulta.

Le mèscres a bel e le mèscres a burt

Queste maschere rappresentano appunto il bello o il brutto, il buono o il cattivo che si ritrova nella vita o che fa parte della fantasia popolare.   

Le mèscres a bel, "maschere belle" sono travestimenti che rappresentano personaggi positivi e di una certa gradevolezza estetica, mentre le faceres a burt, le "maschere brutte" rappresentano al contrario personaggi raccapriccianti e selvaggi, come l'om dal bosch (l'uomo del bosco) o i strions (stregoni).




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